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le Dragonaje

"Le Dragonaje": risorse sotterranee

Utente SSIS00300L-psc

da Ssis00300l-psc

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DRAGUNAIA

TRAGUNAIA – DRAGUNAGGIA – TRAGONAJA

La parola è presente in diversi vocabolari sardo-italiano con la t: tragonaia, con il significato di acqua che scorre impetuosa nel sottosuolo.

Ma non è presente in nessun dizionario della lingua italiana, pur essendo un toponimo diffuso in tutto il Mediterraneo.

Il termine fa pensare:

– al sardo logudorese tragare: inghiottire con voracità, trangugiare, ma anche trascinare via con violenza;

– all’italiano dragare: scavare;

– al latino trahere: trascinare;

– al francese draguer e all’inglese to drag: trascinare, scavare.

 

Il termine Dragunara viene usato per definire una grotta – pozzo – cisterna sotterranea collegata ad un torrente d’acqua che scorre nel sottosuolo o ad una polla risorgiva.

A Sassari si dice: …È bibendi chi pari una dragunaggia! …Abbaidda chissu e poggu ni dragga!

 

La città di Sassari sorge su un territorio carsico[1]: un immenso “dorso di balena” fatto di roccia calcarea.

Nei millenni l’acqua ha scavato una fitta rete di cunicoli e di cavità.

Ancora oggi, a pochi metri sotto il livello stradale, scorrono veri e propri corsi d’acqua.

In passato queste sorgenti sotterranee rappresentavano l’unica risorsa idrica per la sopravvivenza della popolazione.

La natura del sottosuolo cittadino, fatto di gallerie, di cunicoli e di dragonaie è all’origine di numerose leggende. Molti anziani raccontano che da piccoli si spostavano da una parte all’altra del centro storico utilizzando piccoli tunnel ai quali accedevano dalle cantine delle proprie case.

Si racconta anche che qualcuno abbia percorso a bordo di un canotto un fiume sotterraneo lungo diverse centinaia di metri.

[1] Il “carsismo” è l’insieme dei processi di corrosione chimica provocata dalle acque naturali (provenienti da precipitazione meteorica, o da corsi d’acqua esterni alla zona carsica oppure acque di condensazione) su rocce particolarmente solubili, in particolare rocce formate da calcari e gessi.
A causa della solubilità di queste rocce, l’acqua tende a penetrare all’interno del sottosuolo, scavando profonde vie di circolazione e sottraendo contemporaneamente acqua ai deflussi superficiali, tanto da determinare una forte scarsità o addirittura l’assenza totale di acque superficiali.

 

LE GALLERIE IDRICHE O DRAGONAJE DELL’ISTITITO “N. PELLEGRINI”

Le Dragonaje sono state scavate artificialmente nella roccia calcarea prima del 1910, allo scopo di raccogliere le acque sotterranee di origine carsica e utilizzarle per l’irrigazione dell’Azienda.

 

Dragonaja oliveto Lamarmora

Presenta tre ingressi.

Entrando dall’ingresso 1 si discende una scalinata per un dislivello di 5 metri e si raggiunge una galleria allagata, larga mediamente tra 1 e 2 metri, che si sviluppa verso sud per una lunghezza di 60 metri, percorribile quasi sempre in piedi con l’uso di stivali.

Entrando dall’ingresso 2 si discende una scalinata più breve e si arriva nella stessa galleria a circa 40 metri di distanza dall’ingresso precedente. Da qui si procede in avanti e si incontra una cascatella d’acqua che alimenta la Dragonaja, quindi la galleria termina a circa 20 metri da questo ingresso. Verso destra, in direzione ovest, si diparte quasi perpendicolarmente uno stretto cunicolo in cui scorrono le acque verso la parte bassa dell’oliveto, nel quale ci si può affacciare dall’alto mediante due pozzetti di aereazione profondi circa 3 metri.

Entrando dall’ingresso 3 si discende una breve scalinata a cielo aperto e ci si affaccia tramite una finestra in una galleria allagata dove si raccorda il cunicolo citato prima, che costituisce la cisterna principale della Dragonaja. Da qui le acque fuoriescono tramite uno stretto tubo che consentiva di essere chiuso e far così risalire il livello della cisterna. Tramite il tubo, da qui le acque scorrono in una successiva stretta galleria e dopo soli 6 metri si infilano in un basso cunicolo dove non è più possibile seguirle, verso la parte più bassa dell’oliveto, e andavano in passato ad irrigare il vigneto. Non è stato individuato il punto in cui le acque ritornano attualmente in superficie.

 

Dragonaja sotto il caseificio

Si accede tramite un torrino a cupola discendendo una breve scalinata a chiocciola, che con un dislivello di un paio di metri porta alla sorgente interna. Dal fondo della scalinata si diparte verso NE (nord-est) una galleria larga circa 1 metro che è completamente allagata, percorribile in piedi con l’uso di stivaloni.

A 20 metri dall’ingresso, la galleria piega a destra e dopo soli 6 metri si raggiunge il termine, dove si innalza un pozzo-camino, dall’alto del quale discendono due tubi. Da qui veniva prelevata l’acqua e pompata in superficie per l’irrigazione e probabilmente anche per le necessità del caseificio.

Per il pompaggio dell’acqua è stata utilizzata agli inizi del Novecento una pompa con elica a vento disposta su una torre metallica.

 

Cliccando su questo link potrete vedere le due Dragonaje

https://youtu.be/NTGVdvsQiMQ

 

Luoghi

Sede centrale

Via Bellini 5 - SASSARI